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CHIESA DI SAN RAFFAELE

Col diffondersi del culto per l'arcangelo Raffaele alcuni fedeli puteolani si attivarono per costituire un fondo per la costruzione di una chiesa da dedicargli.

Inizialmente si pensò di ristrutturare la vecchia cappella di S. Caterina d'Alessandria ottenendo l'assenso del vescovo di allora Nicola De Rosa che nominò rettore della chiesa il giovane sacerdote Domenico D'Oriano.

Il prelato, già guida dei devoti promotori dell'iniziativa, diede l'incarico per l'ampliamento e il restauro della cappella all'ingegnere Tommaso Rajola.

Il progettista riscontrato il degrado della struttura esistente consigliò l'abbattimento e la costruzione di un nuovo edificio (primo decennio della seconda metà del '700).

La chiesa realizzata, rappresenta un raro e prezioso esempio di sintesi tra architettura barocca, raffinata linearità Rococò e rigorosità compositiva classica,  ed è l'unico edificio del genere presente a Pozzuoli.

La sinuosità della facciata già da sola suscita emozione anche nel profano che poco conosce dell'esperienza del barocco seicentesco, dove spicca il portale in piperno, opera di Domenico Cortese e Saverio Viviano, sormontato da una nicchia che ospita la statua in marmo bianco dell'arcangelo Raffaele con al di sotto un'iscrizione ( Arcangelo Raphaeli viatorum duci) che ricorda l'importanza dell'arcangelo come guida per i viaggiatori.

L'edificio di culto è a  pianta centrale ottagonale ed è dotata di quattro altari simmetrici con una profonda abside ove è collocato l'altare maggiore. Quest'ultimo, in marmi policromi, è caratterizzato da una coppia di colonne Salomoniche (tortili) in marmo verde, sovrastato da una tela di G. B. Rossi del 1749 raffigurante l'arcangelo Raffaele che mostra il luccio a Tobia.

Per quanto riguarda gli altri altari, il primo a destra dell'entrata è dedicata a Santa Caterina d'Alessandria con sovrastante una tela di G. Diano del 1758 che ricostruisce il martirio della Santa. Sempre sulla destra trova posto l'altarino di San Raffaele  Arcangelo sovrastato da una statua lignea dell'arcangelo, realizzata da Gennaro Vassallo.

In posizione simmetrica con quest'ultimo vi è l'altarino delle reliquie con il sovrastante reliquiario in legno, intagliato da Cristoforo Pollio e dorato da Gennaro Arata.

Alla sinistra di quest'ultimo è collocato l'altare degli Angeli e degli Arcangeli con al di sopra una tela raffigurante l'incoronazione di Maria con gli Angeli custodi e gli Arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele.

Questo dipinto è attribuito ad Angelo Mozzillo. L'interno è caratterizzato da stucchi e in particolare di  marmi che variano dal giallo ocra al verde smeraldo che rendono l'ambiente prezioso e raffinato.

La cantoria, di elevata raffinatezza, ubicata sopra l'ingresso è stata realizzata in legno e oro zecchino da Cristoforo Pollio e Gennaro Ruggiero ed ospita l'organo costruito da Fabrizio Cimino. L'unica parte della chiesa che non è stata modificata è la pavimentazione che nonostante l'usura conserva ancora il suo fascino.

 

 

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Le acque flegree, il termalismo, l'Averno, la Sibilla Cumana e il c.d. tempio di Apollo immaginato.

"Per fare chiarezza sul mitico antro, sull'ubicazione del detto tempio e forse svelare aspetti ignoti sulla figura della Sibilla Cumana".

 

 


 

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